Un litro di petrolio è responsabile dell’inquinamento di circa un milione di litri di acqua[1]. Le fuoriuscite di petrolio che avvengono nei fiumi e nei mari sono causate principalmente da incidenti che coinvolgono petroliere, oleodotti, raffinerie, impianti di perforazione e strutture di stoccaggio rispettivamente per attività di esplorazione, estrazione, trivellazione e produzione, trasporto. Tuttavia, si verificano anche a partire da imbarcazioni da diporto nei porti turistici. Tali eventi sono difficili da prevedere, con effetti significativi a breve e lungo termine sugli ecosistemi marini e costieri.

Il volume totale di petrolio disperso nell’ambiente dalle fuoriuscite di petroliere nel 2022 è stato di circa 15.000 tonnellate[2]. Nel 2022, sono state registrate tre fuoriuscite di grandi dimensioni (>700 tonnellate) in Asia e Africa e quattro fuoriuscite medie (7-700 tonnellate) in Nord America, Asia e Africa.

Tali cifre sono paragonabili a quelle del 2010 (anno coincidente con il disastro del Golfo del Messico), ovvero comunicano una forte riduzione rispetto ai numeri dei decenni precedenti.

Per contribuire al ripristino delle fuoriuscite di petrolio è fondamentale bonificare la zona interessata in modo rapido ed efficiente. Tuttavia, le opzioni esistenti che includono panni assorbenti in polipropilene, strumenti meccanici quali skimmer e agenti chimici, non risolvono completamente il problema perchè:

  • non raccolgono completamente il prodotto fuoriuscito (circa 20% olio assorbito),
  • sono tossiche per l’ambiente,
  • sono inapplicabili in molte condizioni (ad esempio oli misti, presenza di detriti) oppure
  • non sono utilizzabili più di una volta.

Si pensi che durante le attività di bonifica successivamente all’incidente della Deep Water Horizon (2010), solo il 3% del petrolio è stato rimosso grazie agli skimmer.

I costi delle fuoriuscite di petrolio sono considerevoli, sia in termini economici sia ecologici e una delle industrie più colpite è proprio quella della pesca, in quanto le fuoriuscite di petrolio più importanti sono spesso seguite dall’immediata sospensione della pesca commerciale.

Si prevede che il mercato globale della gestione delle fuoriuscite di petrolio presenti un CAGR del 3,17% tra il 2021 e il 2029, da un valore di 147,53 miliardi di dollari nel 2021, fino a 189,37 miliardi di dollari entro il 2029. La gestione post-sversamento di petrolio, ovvero mercato target di Test1, ha un valore totale di 21,5 miliardi di euro (2021)[3].

In questo scenario si inserisce la proposta di Test1, che è una PMI innovativa, Società Benefit, partecipante a Faros Accelerator, programma di accelerazione della Blue Economy promosso da Cassa Depositi e Prestiti. E’ attiva nella fornitura di materiale spugnoso assorbente poliuretanico a cellule aperte (FoamFlex200), impiegato quale soluzione di recupero, rapida ed efficace, di petrolio. La soluzione è brevettata.

Nessuna delle tecnologie esistenti possiede tutte le caratteristiche che Foamflex200 combina:

  • assorbimento di idrocarburi e derivati fino a 30 volte il suo peso, con saturazione completa in un paio di minuti, con esclusivamente il 5% di assorbimento di acqua,
  • riutilizzabilità sino a 200 volte grazie alla strizzatura
  • funzionamento in tutti i bacini d’acqua e in tutte le condizioni (es. onde, presenza di detriti)
  • customizzazione: il prodotto può essere tagliato in base alle esigenze senza perdere le proprie capacità
  • semplicità di utilizzo: richiede meno formazione per il corretto utilizzo rispetto ai sistemi esistenti.

Tutte caratteristiche che sono state oggetto di prove tecniche di certificazione presso Eni S.p.A., grazie a diversi use case di utilizzo (es. laboratorio, in serbatoi o in condizioni reali in Nigeria).

Foamflex200 permette quindi di trasformare la costosa e inefficace operazione di recupero delle fuoriuscite di petrolio in un’operazione molto efficace, generando addirittura un guadagno economico per l’ente responsabile del danno grazie all’olio recuperato, oltre alla sensibile riduzione della quantità di prodotto assorbente da smaltire.

Negli ultimi 4 anni, Test1 ha lavorato per stabilire connessioni dirette con grandi compagnie petrolifere, compagnie di trasporto marittimo e aziende industriali per la fornitura del prodotto, che ha raggiunto un grado di sviluppo avanzato, tale da permetterne la completa commercializzazione.

Nel 2023-2024 è prevista l’attività di ingegnerizzazione del sistema di raccolta di idrocarburi per sversamenti di grandi dimensioni e offshore, potendo così completare l’offerta commerciale del solo prodotto assorbente, con il sistema di recupero.

Le elevate prestazioni di FoamFlex200 hanno portato l’azienda ad ampliare il suo campo di applicazione nel settore industriale, in particolare per il trattamento dei residui oleosi prodotti dagli impianti ad aria compressa, trattamento oggi realizzato con polipropilene.

A determinare le potenzialità di questo mercato vi è poi il quadro normativo generale: la risposta ai danni ambientali procurati da sversamenti di petrolio è una priorità per l’Unione Europea, comunità internazionale e governi locali, ai fini della salvaguardia di biodiversità e preservazione dell’ecosistema marino. Il settore della Blue Economy[4], nel quale Test1 si innesta, è infatti estremamente importante per il raggiungimento delle ambizioni del EU Green Deal[5].

Negli ultimi 5 anni (2018-2022), le transazioni nella Blue Economy sono aumentate, con un incremento del 200%. I seed round rappresentano il 20% di tutte le transazioni, seguiti dalle acquisizioni (16%)[6].

Le fonti normative sulla gestione delle fuoriuscite di petrolio in mare sono sia nazionali sia internazionali: queste ultime tendono a fornire linee guida e principi generali, mentre quelle nazionali sono spesso più specifiche e restrittive. Ad esempio, accordi internazionali quali la Convenzione di Londra del 1992 per la prevenzione dell’inquinamento da parte delle navi (MARPOL)[7], stabilisce lo standard secondo il quale le petroliere che superano determinate dimensioni e tonnellaggio sono obbligate ad avere a bordo un “Piano di emergenza per l’inquinamento da idrocarburi” (SOPEP) approvato.

Le stesse principali compagnie petrolifere, d’altra parte, sono sempre più impegnate verso il raggiungimento di obiettivi ambientali e di sicurezza, in armonia con il rispetto degli ESG stabiliti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. FoamFlex200 rappresenta un’innovazione rilevante nella gestione delle fuoriuscite di petrolio, servendo un mercato che non ha registrato rilevanti innovazioni rispetto allo stato dell’arte e che veicola alti costi operativi correlati a basse prestazioni.


[1]oilcare.uk
[2]International Tanker Owners Pollution Federation (ITOPF)
[3]Grand View research, Technavio, MTN Consulting Associates Rosskill information Service, BCC Research, Fortune Business Insights
[4]Concetto introdotto dalle Nazioni Unite nel 2012 per valorizzare la gestione sostenibile di ecosistemi marini e costieri.
[5]European Commission (2022), Blue Invest Report (2022)
[6]Blue Invest Report (2022) based on CB Insights and Pitchbook commercial databases.
[7]IMO.com Regulation 37 of MARPOL, Annex I